Chi decide siamo noi!
Ogni volta che andiamo a fare la spesa ricordiamoci che le imprese sono in una posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. È per questo che tentano di dominare la nostra volontà spendendo miliardi in pubblicità. Dunque noi dobbiamo sforzarci di riappropriarci della nostra volontà decisionale e dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo fra le mani. Un potere che, preso singolarmente, è certamente piccolo, ma che, moltiplicato per milioni di persone, può condizionare le più grosse multinazionali e, al limite, l’intero sistema.
Il consumatore ha a disposizione uno strumento straordinario per condizionare le imprese: il consumo critico.
Esso punta a far cambiare le imprese attraverso le loro stesse regole economiche fondate sul gioco della domanda e dell’offerta: scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnaliamo alle imprese i comportamenti che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre. In definitiva, consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa.
I criteri del commercio Equo e Solidale
I criteri alla base del commercio equo e solidale sono semplici, e possono essere riassunti in poche parole chiave:
Il rapporto diretto con i produttori, al fine di evitare intermediazioni speculative
La democrazia organizzativa – i produttori sono riuniti in associazioni o cooperative basate sul principio della partecipazione
La continuità nelle relazioni e negli ordini, garantiti in modo che il produttore possa progettare il proprio futuro
L’ agricoltura biologica e il rispetto per l’ambiente
Viene data priorità ai progetti che abbiano una ricaduta sociale verso la comunità in cui il produttore è inserito
Viene pagato un prefinanziamento al produttore (fino al 50% del valore della merce) e il saldo avviene appena la merce arriva nei magazzini
Viene riconosciuta una retribuzione dignitosa al produttore, che gli consente di
۰ corrispondere ai propri collaboratori una retribuzione dignitosa del lavoro svolto;
۰ valorizzare i costi reali di produzione;
۰ tenere in considerazione il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne
Tutto questo rispettando i principi della finanza etica.
Questa è solo una sintesi, per saperne di più leggi la nostra carta dei criteri del commercio equo e solidale (Clicca QUI)